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mercoledì 31 ottobre 2012

Apokolokyntosis Catholica?



Il blog Symposium Somnium Scipionis è lieto di poter pubblicare un nuovo articolo che porta la firma di Alessandra Spanò che recentemente ha già collaborato con successo con noi.
Visto il bis concessoci, ne approfittiamo per presentare meglio la nostra autrice freelance.
Alessandra Spanò è cattolica, siciliana, laureata in Filosofia presso l'Università degli Studi di Catania, sposata, madre di 5 figlie, docente di filosofia e storia presso il liceo classico della sua città, ha partecipato attivamente alla fondazione del più grande portale cattolico in rete (www.totustuus.it). Amante dell'arte, della fotografia e di storia della moda, fin dall'adolescenza è stata appassionata lettrice, per piacere e per dovere, di saggistica storica e di biografie scientifiche.


In prossimità del 31 ottobre, nel mondo cattolico 2.0, cioè quello che frequenta a fini di apologetica e di evangelizzazione i social-network, i blog e ogni possibile piazza virtuale, tiene banco il tema legato alla ricorrenza di Halloween. Fin qui nulla di nuovo, ma il fatto a mio avviso rilevante è che - cosa insolita - ultimamente non tutti gli approcci al tema sono in chiave del tutto negativa. Infatti, usualmente, scorrendo le più note pubblicazioni cartacee o virtuali riconducibili alle più diverse realtà dell’universo cattolico, a seguito dei pareri espressi da studiosi, prelati, parroci, carismatici ed esorcisti, i giudizi e le conseguenti raccomandazioni erano concordi nell’ammonire i fedeli a tenersi il più possibile alla larga da ogni contaminazione con un evento sentito soprattutto estraneo e pericoloso. Invece ultimamente, da più parti, si tenta di "sdrammatizzare" la questione Halloween, riducendolo ad una festicciola sostanzialmente innocua, diversa, “alternativa”, utile per far passare qualche ora di svago insolito ai propri figli.
In questa direzione, al seguito di studi che ripercorrono le origini di questa ricorrenza, si sono mossi coloro che non vedono in Halloween altro che la riproposizione postmoderna di antichi riti cattolici, che si sono innestati su pratiche cultuali pre-romane, di derivazione celtica, che si perdono nella notte dei tempi.
A rinforzo di questa tesi, gli stessi ricordano poi il bisogno fisiologico proprio dell’essere umano di festeggiare, di staccarsi a cadenze regolari dalla monotonia del quotidiano in un modo non molto dissimile da quanto avvenga nel più consueto Carnevale.
E ci sono poi gli esagitati di turno, le frange-cattoliche-lunatiche, che decidono che Halloween non è solo cosa “buona e giusta”, ma sarebbe addirittura l’unico “evento innocente in Europa” e si lanciano in roboanti scomuniche contro tutti quei mentecatti bigotti e mentalmente tarati che accusano Halloween di essere la testa di ponte dell’inferno in Occidente.
A me sembra, da cattolica, che tutti questi tentativi di giustificare o comprendere le ragioni di questo evento, detto molto francamente, siano soprattutto un tentativo di cedere ad una moda che è sempre più pervasiva anche in Italia. Capisco che gli urlatori cattolici anti-Halloween ad alcuni possano dare sui nervi, ma neppure gli urlatori cattolici pro-Halloween danno un’immagine migliore, visto che un eccesso non si combatte con un eccesso uguale e contrario. Bisognerebbe ragionare con un minimo di pacatezza mettendo i piedi per terra e guardando le cose per come sono, cioè limitarsi ai dati di realtà.
Mi sono resa conto che ad alcuni miei fratelli nella fede, Halloween, tutto sommato, piace e quindi cercano, magari affannosamente, di trovare in qualche modo la quadra fra le proprie inclinazioni, la propria fede, e il mondo. Tutto ciò si potrebbe configurare semplicemente come un cedimento alle mode, per sé e per i propri figli, quasi che non far loro partecipare a feste, raduni e pellegrinaggi serali, sia farli sentire "diversi". Ora, è innegabile che essere cristiani significa essere "diversi", ed è altrettanto innegabile che in questi giorni il cattolico non dovrebbe restare di certo con le mani in mano e l’anima in modalità “risparmio energetico”, ma si dovrebbe preparare ad Ognissanti e alla Commemorazione dei defunti, cioè ad entrare in un contatto vivo ed autentico con le realtà ultime e definitive, quelle che toccano inevitabilmente il senso globale della nostra esistenza di battezzati.

Ognissanti e Giorno dei Morti sono un'occasione imperdibile di meditazione, preghiera, lode al Signore, esame interiore della nostra esistenza, occasione di evangelizzazione con l'esempio e la testimonianza di fede. Descrivere ai bambini, che sono così ricettivi, la “moltitudine immensa che nessuno può contare, di ogni nazione e tribù e popolo”, così come ce ne parla l’Apocalisse, “segnati in fronte” e “avvolti in vesti candide”, e far loro percepire tutta la bellezza, la grandiosità, la gioia senza fine a cui anche tutti noi siamo chiamati non solo non è difficile, ma è anche di grande conforto e di vivo incoraggiamento per gli stessi educatori alla fede. Se davvero crediamo e speriamo di appartenere “alla stirpe eletta che cerca il volto di Dio”, come recita il salmista, non so davvero come un cattolico possa trovare il tempo (e la voglia) di cucire o comprare abitini da scheletri o streghette, usare le zucche non per il risotto, ma per mascheroni ghignanti, e andare magari insieme ai figli a importunare il prossimo con scherzetti che richiamano molto dei malefici in miniatura o, se ad alcuno pare più rassicurante e consolante, dei più “normali” e diretti ricatti. Quei genitori cattolicissimi che si pongono il problema della presunta "discriminazione" dei loro pargoli davanti alle mode, dovrebbero dunque già loro iniziare a rivedere un po' la propria formazione catechetica.
Non per nulla, sempre a proposito dei nostri figli, su cui si appuntano le ansie dei genitori cattolici smaniosi di risolvere la pericolosa conciliazione fra fede e moda, va ricordato la saggia considerazione espressa qualche anno fa dal Cardinale Caffarra: “Halloween rende più difficile, specie nei bambini, vivere un rapporto sereno con la morte”; tutto il contrario di quanto avviene vivendo con pienezza Ognissanti e la Commemorazione dei Defunti.
E anche il Cardinale Bertone è stato netto, in proposito. “Magari non si portano i bambini al cimitero per preservali anche solo dall'idea della morte e poi li si fa travestire da streghe, scheletri e fantasmi: mi pare una contraddizione (...). Quella del caro ricordo dei defunti è una tradizione che deve essere insegnata ai bambini e ai giovani del nostro tempo. Vorrei che i genitori, i parenti e le famiglie usassero lo stesso dispendio di energie, tempo e soldi dedicato a un evento insensato come quello di Halloween per educare ai valori veri, come quelli della comunione dei santi e dei defunti”.
Insomma, basta tenere accesa la lampada della fede, come ogni giorno, per tenere lontano da noi qualunque attrazione fatale nei confronti di Halloween. E non è peregrino domandarsi che bisogno hanno i cattolici, la vigilia di Ognissanti, in Italia, di conformarsi al mondo, di scendere a patti con esso. Io non trovo nulla di assimilabile ai riti cattolici in un evento che commemora il ritorno delle anime dei morti per prendere possesso dei corpi dei vivi, che cercano a loro volta di esorcizzarli travestendosi da zombies, teschi, uomini-zucca e streghe.
A coloro che battono il tasto dell’origine cattolica di Halloween, bisognerebbe ricordare che ciò che oggi è non può essere ignorato a causa della sua genesi storica. Affermare il contrario, significherebbe cadere in una forma di fallacia genetica. Occorre ricordare, peraltro, che la Chiesa, nella sua consueta opera di inculturazione, già nell’Alto Medioevo spostò la festa di Ognissanti da maggio al 1° novembre proprio per vincere del tutto i residui pagani di quegli stessi culti celtici.
Ma cos'è, dunque, oggi Halloween? Neopaganesimo sfacciato, consumismo sfrenato, esibito compiacimento di una visione orrorifica della morte, discesa nell'occulto (e anche, per molti, nell'occultismo), sudditanza "psico-dollaresca" verso il peggio che possa provenire da oltreoceano.
Ci ricorda, a proposito, Vittorio Messori: “Non ci dimentichiamo che il protestantesimo, non avendo la dottrina del purgatorio, non riconosce il culto dei morti: pregare per loro non serve, il loro destino, paradiso o inferno, è segnato. E così, in un ambiente di protestantesimo radicale come gli Usa, si è trattato di colmare una lacuna gettandola in burla. Perché a novembre muore la natura, si tratta di esorcizzare la morte, addomesticarla, e pensare alla propria”.
Lo storico Franco Cardini, è chiarissimo: “Halloween è un ritorno ateizzato e in prospettiva demonizzato a consuetudini pagane che il cristianesimo aveva non solo vinto, ma anche già accolto per quel che esse avevano di positivo. Halloween è un aspetto in apparenza ridicolo, in realtà tragico, dell'apostasia anticattolica dei giorni nostri. Impariamo a decodificarlo per capire quanto sia necessario combatterlo”.
La controcultura di Halloween, avendo perso del tutto la sua “giustificazione cristiana”, non solo non appartiene al nostro folklore locale, ma, a parte l'estraneità culturale, è una "festa" in cui non si celebra né il Bello, né il Bene, né il Vero, non è via pulchritudinis neppure per sbaglio. Inoltre, com’è noto, non è infondato il timore che pratiche sataniche o similari vengano compiute in questa occasione. Infatti Halloween è un mezzo privilegiato attraverso cui l’occultismo cerca nuovi estimatori, grazie alle apposite serate danzanti condite con tarocchi, vaticini e cartomanti. Si sa che il mondo dell’occulto fa girare una quantità incredibile di denaro, ma per il solito catto-bastian-contrario neppure questo aspetto dell’evento è da disprezzare perché fa girare l’economia in tempi di crisi e quei “poveretti” dei gestori delle discoteche devono pur campare, anche se grazie a sex-drug-rock-and-roll e... malefici. Halloween è anche e soprattutto un evento per tutti quegli adulti “sazi e disperati” in vena di trasgressioni sempre diverse, ma magari con un tema di fondo preferito: l’odio per la fede; molti costumi per persone grandi sono dissacranti verso la religione. Ce ne è abbastanza, insomma, per non incoraggiare nei nostri figli (e quindi in primis in noi stessi) alcun cedimento alle mode e al mondo (in senso evangelico).
Che in queste ultime ore che ci separano da quella straordinaria festa che è Ognissanti, ogni credente in Cristo possa ripensare e fare proprie le luminose parole di S. Teresa d’Avila, Dottore della Chiesa Universale: “O anime che già godete senza alcun timore della vostra gioia e, assorte in essa, vi beate continuamente delle lodi del mio Dio! Com’è felice la vostra sorte! (...) O beate anime del cielo! Soccorrete la nostra miseria e intercedete per noi presso la divina misericordia, affinché ci dia un po’ della vostra gioia e ci renda partecipi di questa chiara visione di cui ora godete. (...) Anime amanti, otteneteci di comprendere la felicità che vi inonda al pensiero che il vostro gaudio sarà eterno e quanto sia piena la gioia di cui vi riempie la certezza che il vostro stato non avrà mai fine. (...) O anime fortunate che avete così bene saputo approfittarne, e comprare, servendovi di questo prezioso tesoro, un’eternità tanto gioiosa e duratura, diteci: come avete fatto ad acquistare per mezzo suo un tale eterno bene? Soccorreteci voi che siete già vicine alla fonte: attingete acqua per noi che qui moriamo di sete!”
[S. Teresa di Gesù, Esclamazioni, 13, 1-4].
Felice Festa di Ognissanti a tutti i lettori e le lettrici di questo blog!



ALESSANDRA SPANO'

2 commenti:

  1. E' molto interessante!
    L'ho messo sul mio blog ,http://italiaemondo.blogspot.it/2012/10/dal-blog-symposium-somnium-scipionis.html.
    Buona festa di Ognissanti!

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  2. Siamo contenti che ti sia piaciuto, Antonio! Grazie per la pubblicità immeritata che ci fai!

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